Iniziano a vedersi gli effetti della Brexit sui mercati inglesi ed europei, lo dimostra lo studio effettuato dalla Horticultural Trades Association (HTA) nel quale emerge che le esportazioni di prodotti florovivaistici dal Regno Unito all’UE tra gennaio e giugno di quest’anno hanno raggiunto il fatturato di 9,7 milioni di sterline, rispetto ai 16 milioni di sterline nello stesso periodo del 2019.

Una diminuzione del 39% in un contesto nel quale le vendite verso il resto del mondo sono rimaste sostanzialmente statiche. Questo dimostra che sebbene l’UE sia ancora il più grande mercato per i prodotti florovivaistici britannici, l’industria non sta crescendo come potrebbe a causa dei nuovi costi amministrativi e delle restrizioni che stanno portando le aziende britanniche a scegliere di vendere altrove.

“Sospettavamo da tempo che la Brexit avrebbe posto troppe barriere burocratiche tra il Regno Unito ed i mercati in Europa. Gran parte del nostro settore florovivaistico, che conta un fatturato di 24 miliardi di sterline, è costituito da piccole e medie imprese (PMI) e questi ostacoli che prevedono costi spesso difficilmente sostenibili, gli impedisce di crescere e guidare una rinascita del commercio post-Brexit verso l’Europa“, ha affermato James Clark, Direttore della politica e delle comunicazioni presso l’HTA.

Tutto ciò unito alle problematiche dovute alla pandemia da Covid19, ha influito negativamente sulle vendite mettendo a rischio molte PMI inglesi.

Anche per questo l’HTA ha lanciato una campagna chiamata “Let Britain Grow“, chiedendo al governo di rivedere al ribasso i costi di ispezione esistenti e negoziare un accordo sui controlli fitosanitari delle piante tra il Regno Unito e l’UE.

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