Anche quest’anno sono stati assegnati gli Oscar Green 2023 della Federazione regionale di Coldiretti Liguria a sei giovani aziende liguri, vincitrici nelle diverse categorie in gara.

La cerimonia si è tenuta giovedì 14 settembre presso i Bagni Olimpia Vittoria di Celle Ligure.

«Si tratta di un evento importante – spiegano Gianluca Boeri, Presidente di Coldiretti Liguria, Bruno Rivarossa, Delegato Confederale, di concerto con il Segretario regionale di Coldiretti Giovani Impresa Liguria, Fabio Zambarino – che anche quest’anno ha raggruppato giovani provenienti da ogni parte della nostra Regione, da Ponente a Levante. Facciamo le nostre più sentite congratulazioni ai giovani imprenditori liguri che si sono distinti ancora una volta nelle diverse categorie grazie ai loro interessanti e innovativi progetti. Un momento intenso e ricco di emozioni, che fa anche riflettere sull’importanza e sulla quanto mai concreta necessità di ricreare opportunità e occasioni per i giovani, per farli restare o tornare nella nostra splendida regione».

Le categorie con i rispettivi vincitori dell’edizione 2023 sono:

·        Campagna Amica: vincitore 2023 Christian Scapellato (azienda agricola La Piana – Savignone, GE). Promuove il Made in Italy, lo stile di vita consapevole e sostenibile, il rispetto dell’ambiente e la salvaguardia della biodiversità attraverso la realizzazione di nuove forme di vendita e di consumo volte a favorire l’incontro tra agricoltori e cittadini. Per questo, in questa categoria vengono premiati quei progetti che valorizzano i prodotti italiani su scala locale, nazionale e nei mercati esteri, anche rispetto alla capacità di diffusione della cultura e dei prodotti dell’agroalimentare italiano contribuendo a contrastare il falso made in Italy, rispondendo alle esigenze dei cittadini in termini di sicurezza alimentare, qualità, tipicità, tutela ambientale e riscoperta del territorio. «Ho deciso di avvicinarmi al mondo degli allevamenti – racconta Christian Scapellatoanzitutto per tutelare e salvaguardare il territorio. Proprio in quest’ottica, il mio allevamento di vacche brune alpine mi ha permesso di concentrare le produzioni utilizzando il latte fresco non pastorizzato, riuscendo altresì a rispettare in tutto e per tutto la filosofia del km0. Non a caso, in azienda promuoviamo una vendita assolutamente locale, che sfrutta l’utilizzo di un distributore di latte crudo nel comune adiacente, come dimostra anche l’omonimo progetto Il km0 del latte, grazie al quale chiunque può gustare un prodotto totalmente genuino, sano e fresco di giornata, oltre ad avere la possibilità di rivolgersi senza problemi o vincoli direttamente al punto vendita aziendale, in cui i consumatori trovano tutto l’anno formaggi di produzione propria».

·        Coltiviamo Solidarietà: vincitore 2023 Valerio Sanguineti (azienda agricola VerdeRAM – Leivi, GE). I progetti che aderiscono a questa categoria sono mossi nientemeno che dall’innovazione sociale, intesa come la capacità di trasformare nuove idee in servizi e prodotti destinati a soddisfare esigenze generali e, al tempo stesso, creare valore economico e, soprattutto, etico e sociale. Pertanto, in questo caso vengono premiati interventi che recuperano la funzione sociale che l’agricoltura aveva nella società rurale, la solidarietà, l’integrazione, la valorizzazione della dimensione relazionale. Oltre alle imprese agricole, possono partecipare enti pubblici, cooperative e consorzi capaci di creare sinergia con realtà agricole a fini sociali, esprimendo un senso di comunità, dimensione umana e solidarietà mettendole a disposizione dei bisogni delle persone e della collettività. «L’idea – spiega Valerio Sanguinetiè quella di favorire l’inserimento sociale in agricoltura di persone definite Hikikomori, vale a dire soggetti che hanno scelto di scappare fisicamente dalla vita sociale ricorrendo a livelli estremi di isolamento». Un fenomeno, quello degli Hikikomori, ormai sempre più diffuso anche in Italia, che può scaturire da uno stile di vita molto legato alla sedentarietà, causata a sua volta da un forte legame con la tecnologia o i videogiochi. «Scopo di questa progettualità dal titolo “Spazio agli Hikikomori in agricoltura” – continua Valerio – è dunque proprio quello di interrompere l’isolamento avvicinando questo tipo di soggetti all’agricoltura attraverso l’integrazione dei loro interessi tecnologici con il lavoro in campo. La gestione, la conduzione in campo e in serra, lo sviluppo e la personalizzazione di apparecchiature e software per l’agricoltura di precisione può infatti essere condotta con successo da persone affette da questo tipo di disagio». Sebbene il progetto sia, in questo caso, ancora ad uno stadio embrionale, sono già stati sviluppati in campo prototipi di apparecchi per rilevare l’umidità del terreno, gestibili in maniera autonoma tramite l’azionamento, all’occorrenza, di opportuna irrigazione nell’area controllata.

·        Custodi d’Italia: vincitore 2023 Marco Montina (azienda agricola Vivai Montina – Cisano sul Neva, SV). Il territorio è il fulcro di questa categoria, pronta a premiare le aziende che contribuiscono al presidio dei territori più marginali e difficili della nostra Regione e del Paese intero. Sono inclusi in questa categoria gli esempi di agricoltura eroica e di costruzione di reti, in grado di garantire attività e flussi economici utili a mantenere la presenza di comunità nelle aree interne e in grado di creare opportunità lavorative. Viene premiata inoltre la capacità di raccontare il legame delle aziende agricole con il territorio, valorizzando opportunità di impresa e lavoro in zone impervie, altrimenti a rischio di abbandono. Gli imprenditori custodi, che si iscrivono in questa categoria, riescono anche a preservare prodotti rari, antichi e ormai quasi perduti, facendo sì che il patrimonio di biodiversità di cui il nostro Paese è ricco non vada dimenticato. Proprio in questa chiave, il progetto vincitore, oltre alle piante da frutto antiche, «punta a recuperare anche i cosiddetti “frutti dimenticati” – illustra Marco Montinavale a dire tutte quelle piante che nascono nelle vallate albenganesi e un tempo utilizzate quotidianamente, ma oggi non vengono purtroppo neppure riconosciute». L’azienda agricola Vivai Montina ha radici lontane nel tempo: nato nel 1936, grazie all’esperienza e alla professionalità tramandate nel corso delle generazioni, oggi il vivaio ricerca, recupera, conserva e diffonde le varietà di frutta antiche tipiche del Mediterraneo, in particolare, chiaramente, quelle della Liguria. «Ad oggi – continua – la mia azienda può offrire una vasta gamma di piante da frutto dimenticate: dai sorbi agli azzeruoli, dall’uva spina al biricoccolo, dal melograno al pero coscia, passando per l’albicocco del vescovo, dalla mela Carla, dal fico Brogiotto, dal Dantin e da tante altre varietà tipiche locali di pesche, sia a pasta bianca che a pasta gialla. Anche il progetto con cui abbiamo vinto gli Oscar Green di quest’anno, la “Collezione Pomona”, si inserisce in questo filone di recupero degli “antichi fasti” frutticoli, poiché vuole ridare lustro alle piante da frutto storiche descritte nella famosa opera botanica “Pomona Italiana” di Giorgio Gallesio».

·        Energie per il Futuro e Sostenibilità: vincitrice 2023 Ilaria Positano (azienda agricola Fiori di Castel d’Appio – Ventimiglia, IM). Ambiente e energia sono le parole d’ordine di tutti i progetti che promuovono un modello di sviluppo durevole e rispettoso del Pianeta, premiando la capacità dell’imprenditore di svolgere la propria attività in maniera sostenibile da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Rientrano in questa categoria le imprese impegnate nella realizzazione concreta della transizione ecologica, che lavorano e producono in modo ecosostenibile, tutelando, valorizzando e recuperando, rispondendo ai principi di economia circolare e di chimica verde e riducendo, così, al minimo la produzione di rifiuti, in modo tale da risparmiare energia e materiali attraverso processi che tutelano l’ambiente. «La mia Fiori di Castel d’Appio è un’azienda a conduzione familiare – racconta Ilaria Positanoche produce fiori eduli e piante aromatiche nella città di Ventimiglia. Nata dalla volontà di dare nuova vita alla floricultura nella Riviera dei Fiori, oggi l’azienda coltiva più di 40 varietà di fiori eduli e piante aromatiche attuando un lavoro di ricerca sulle varietà commestibili e antiche. Non indifferente è il contributo dei miei genitori, soprattutto grazie alla vasta esperienza da loro maturata e tramandata nella coltivazione di fiori e piante in vaso». La coltivazione dei fiori eduli, protagonisti del progetto Fiori di Castel d’Appio (dal nome della stessa azienda, ndr) ha luogo in serra, su terra, sia su suoli rialzati che sopra bancali che recuperano l’acqua residuale dell’irrigazione. «Tra gli obiettivi di questa scelta – conclude – vi è anche quello di non usare pesticidi. Senza dimenticare che un punto fermo della mia attività è anche l’ottimizzazione dell’uso dell’acqua: in azienda, infatti, l’irrigazione avviene tramite un impianto goccia a goccia, e l’acqua utilizzata è quella ottenuta attraverso il recupero in vasche delle acque». Un’azienda, insomma, che punta ad essere sempre più sostenibile a livello sia ambientale che sociale.

·        Fare Filiera: vincitori 2023 Matteo Rizzitano Davide Moro (rete agricola OrtoBee – Genova). “Partnership” è il legame che unisce quei modelli di imprese, cooperative, consorzi agrari, società agricole e start up capaci di creare reti sinergiche con i diversi soggetti della filiera, in grado di massimizzare i vantaggi delle aziende agroalimentari e del consumatore finale. Si tratta di progetti promossi nell’ambito di partenariati variegati, che coniugano agricoltura e tecnologia, artigianato tradizionale e mondo digitale, arrivando fino agli ambiti del turismo, del design e di ricerca accademica. In questo contesto, sono ammesse a partecipare anche le reti di innovazione in grado di mobilitare le conoscenze e le iniziative economiche, che si intrecciano con la vita sociale e il contesto territoriale, che si pongono come obiettivo quello di sostenere e valorizzare il Made in Italy in tutto il suo percorso e la sua complessità, dai campi alla tavola. OrtoBee – Rete agricola nasce dall’idea di due giovani genovesi, entrambi impegnatissimi con il loro lavoro e le loro vite ma appassionati di natura, api e avventura e intenzionati a portare i prodotti non solo nelle case dei consumatori – per promuovere un’alimentazione sana e a km0 – ma anche sulle tavole di una ristorazione attenta, che andasse a proporre piatti tipici, esclusivi e di qualità a cittadini e turisti. «Mentre il resto del mondo attorno rimaneva chiuso in casa durante la pandemia da COVID-19 – raccontano Davide Moro e Matteo Rizzitanonel 2020 abbiamo iniziato a dedicarci anima e corpo ai nostri terreni, mettendo in pratica gli insegnamenti ricevuti da chi prima di noi ha fatto lo stesso mestiere. Ci siamo messi fin da subito a disposizione di amici e concittadini con i nostri video e le riprese di quanto stavamo facendo sul campo e, così facendo, siamo riusciti a creare in pochissimo tempo una rete sinergica formata da più aziende agricole, grazie alla cui collaborazione abbiamo dato vita a un sistema di consegne e vendite capillari estremamente complete delle loro box di prodotti a km0, sempre di qualità e ricche di delizie del territorio».

·        Impresa Digitale: vincitore 2023 Federico Guadalupi (azienda agricola Biodiversamente – Imperia). Una categoria che premia i progetti di tutte quelle aziende agrarie e agroalimentari giovani, capaci di creare una cultura d’impresa esemplare, riuscendo a incanalare creatività, originalità e tecnologia progettuale per lo sviluppo e la crescita dell’agricoltura innovativa italiana. Le imprese che vi prendono parte coniugano tradizione e innovazione attraverso l’applicazione di nuove tecnologie, applicando l’introduzione dell’innovazione digitale quale leva strategica per garantire maggiore competitività all’agroalimentare, anche attraverso nuove modalità di comunicazione e vendita, quali l’e-commerce e il web marketing. «La mia azienda – spiega Federico Guadalupinasce nel 2017 dal recupero di terreni incolti, con l’obiettivo di utilizzarli per la coltivazione di diverse tipologie di lavande tipiche del ponente ligure». Ad oggi la maggior parte del prodotto presente in azienda viene utilizzato per creare oli essenziali e prodotti derivati, mentre una sola specie è edibile e viene, pertanto, adoperata anche per scopi alimentari. «Sono felice che il mio progetto “Il lavandeto di Biodiversamente” abbia vinto questo importante riconoscimento della Coldiretti, poiché ritengo abbia una forte ricaduta ambientale, di cui io stesso vado personalmente molto fiero. Dedicarmi alla coltivazione di diverse specie di lavanda, infatti, ha anche il fine di dar vita a un ambiente improntato alla biodiversità». Il progetto è rivolto ad un’ampia gamma di persone: dalle scuole alle famiglie al turista che vuole fare qualcosa di diverso in vacanza.

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