Nota meteo – per tutto il mese di ottobre il tempo si è mantenuto pressoché stabile, con temperature sopra le medie stagionali e scarsa piovosità; lungo la costa si è spesso verificato il fenomeno tipicamente ligure della “Maccaja” che si forma quando spira vento di scirocco, il cielo è coperto e il tasso di umidità è elevato. Verso i primi di novembre potrebbe subentrare una certa instabilità in seguito all’entrata di correnti fredde dalla Russia, ma le temperature almeno nella prima parte del mese potrebbero ancora mantenersi al di sopra delle medie stagionali.

Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzo www.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/

PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO

L’estate calda e siccitosa ha stressato in modo intenso e prolungato le piante, sia quelle coltivate sia quelle spontanee e da arredo urbano, e gli esiti sono tutt’ora in evoluzione: si osservano deperimenti e disseccamenti di rami o di intere piante, rallentamenti nello sviluppo della vegetazione (ad es. fronde verdi e fiorite), giallumi fogliari e sofferenze radicali (sia in pieno campo che in vaso), ritardo e/o riduzione della fioritura o della differenziazione del fiore (ad. es. ciclamino, ginestra e mimosa).

Parallelamente anche molti agenti di danno (parassiti e patogeni) hanno patito l’andamento climatico anomalo, ed ora in seguito all’abbassarsi delle temperature e all’arrivo di qualche pioggia alcuni di essi stanno iniziando a comparire negli impianti.

Tra le avversità fitosanitarie tipiche dell’autunno, quelle già presenti sono:

  • malattie fungine quali mal bianchi; marciumi basali da: oomiceti (Phytophthora spp. e Pythium spp.), Fusarium spp. e Cylindrocarpon sp.; in alcuni impianti di ranuncoli e margherite si osservano gli esiti di tracheopatie avviate nell’estate;
  • batteriosi: si osservano marciumi fogliari da Pseudomonas spp. su ranuncolo, e tumori batterici da Pseudomonas savastanoi su oleandro;
  • tra le virosi le più comuni sono striature e maculature necrotiche da Tomato Spotted Wilt Virus – TSWV;
  • parassiti animali quali lepidotteri (soprattutto nottuidi e tortricidi), tripidi, afidi, cicaline, aleurodidi (prevalentemente in serra) nonché acari tarsonemidi e tetranichidi.

Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.

FIORI E FRONDE RECISI

Anemone e ranuncolo

– Tripidi e afidi: sono spesso presenti nelle coltivazioni in serra e in pien’aria. Buona pratica è monitorare gli impianti in modo da controllare la loro diffusione e qualora necessario intervenire per ridurre il rischio di danni diretti (puntura dei tessuti e sottrazione di linfa) e indiretti (trasmissione di virus).

Deformazioni fogliari da acari tarsonemidi su ranuncolo

– Lepidotteri: grazie al clima mite in molti impianti si rilevano erosioni da larve di lepidotteri; in particolare su ranuncolo si osservano erosioni fogliari e della base dei germogli causati da larve di lepidotteri nottuidi mente su anemone i danni solo localizzati soprattutto sui fiori. Intervenire preventivamente con formulati a base di Bacillus thuringensis, o eventualmente con insetticidi specifici.

– Acari tarsonemidi: in alcuni impianti di ranuncoli in serra si osservano inspessimenti e bollosità fogliari causate da attacchi di acari tarsonemidi.

Alterazioni fogliari causate da TSWV – Tomato Spotted Wilt Virus su ranuncolo

– Virosi: alterazioni e necrosi fogliaricausate da infezioni di Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV) sono presenti soprattutto in impianti in pien’aria di anemone, e in modo più sporadico su ranuncolo.

– Mal bianco: in numerosi impianti di ranuncolo in serra sono già visibili i sintomi della malattia: monitorare le coltivazioni a partire dalle piante più esposte alle correnti d’aria (bordi dell’impianto e zone vicine alle aperture); prevenire le infezioni utilizzando formulati base di sostanze di base o corroborati (ad es. bicarbonato di K/Na, acido acetico, terpeni, zolfo, … ); in presenza della malattia intervenire tempestivamente con antioidici specifici.

– Marciumi basali da oomiceti: marciumi radicali da Pythium sp. sono piuttosto frequenti negli impianti di ranuncolo siain fuorisuolo che in piena terra; su anemone si osservano in modo sporadico casi di marciumi del rizoma da Phytophthora cactorum. Dato che nelle prossime settimane potrebbero verificarsi condizioni ambientali a favorevoli allo sviluppo di questi patogeni, è importante effettuare adeguata prevenzione (adottare adeguati piani di irrigazione e introdurre nei substrati microrganismi antagonisti o sostanze in grado di attivare le difese delle piante) e dove le infezioni sono già in atto intervenire prontamente.

– Batteriosi: su alcune selezioni di ranuncolo particolarmente lussureggianti si osservano imbrunimenti e marciumi degli steli fogliari causati da Pseudomonas spp.

– Tracheofusariosi: in alcuni impianti di ranuncolo in piena terra si osservano deperimenti e morie. Sezionando le radici rizomatose spesso si evidenzia l’imbrunimento del tessuto vascolare: si tratta degli esiti delle infezioni da Fusarium oxysporum f. sp. ranunculi avvenute nei mesi scorsi.

Papavero, Asparagus spp. ed altre

Tripidi: continuano a costituire il principale problema per queste e molte altre colture. E’ importante ricorrere a tutti i mezzi preventivi (eliminare erbe infestanti, posizionare reti e/o trappole, favorire introduzione e sviluppo di limitatori naturali, ricorrere a sostanze repellenti, …) per cercare di mantenere le popolazioni sotto livelli minimi tollerabili. In presenza di infestazioni significative è necessario intervenire regolarmente col mezzo chimico.

Eucalyptus spp.

– Acari eriofidi: le infestazioni di questi acari ad oggi paiono molto contenute, probabilmente l’estate calda e siccitosa ha influito sulla loro sopravvivenza e lo sviluppo. È consigliabile monitorare gli impianti in quanto col calare delle temperature e il ripristino della situazione idrica le popolazioni potrebbero aumentare.

Deperimento e collasso delle piante da stress termici e idrici: le piante che hanno patito di più questa estate sono state quelle giovani (di uno o due anni) e tra esse si sono registrate morie anche di una certa importanza. Ora molte piante presentano ritardo nello sviluppo e vegetazione stentata e, soprattutto su piante adulte, facilmente si rilevano rami con giallumi e disseccamenti: è quindi importante adottare pani di concimazione favorevoli al ripristino del vigore delle piante e degli apparati radicali. Ove si sta procedendo con nuovi impianti è importante creare condizioni colturali favorevoli all’affrancamento delle piante: piantare in terreni adatti e in tempera; accertarsi che le piantine non siano rimaste in vaso troppo a lungo e che comunque la radice non abbia assunto un andamento a spirale, cosa che potrebbe ostacolare il suo successivo sviluppo nel terreno.

Ginestra a fiore bianco

– Tripidi: si osservano gravi infestazioni sui fiori.

– Lepidotteri: erosioni della vegetazione da larve di lepidotteri (Uresiphita limbalis) sono presenti in modo sporadico in alcuni impianti: intervenire preventivamente con formulati a base di Bacillus thuringensis, o eventualmente con piretroidi.

– Mal bianco: malattia tipica del periodo ma ad oggi poco diffusa: monitorare gli impianti.

– Stress termici e idrici: le piante che hanno patito il caldo e la siccità estiva presentano un grave ritardo nello sviluppo vegetativo, e oltre che apparire piccole e con rami corti non stanno producendo fiori: in molti impianti infatti le piante infatti “sono andate in erba” ovvero hanno prodotto solo rami con foglie.

 Pittosporum tenuifolium “Silver Queen”

– Deperimento di origine fisiologica: durante il periodo estivo questo fenomeno è piuttosto frequente su pittosporino e interessa prevalentemente piante adulte, ma quest’anno il problema si è notevolmente aggravato. Nel complesso le piante risultano poco sviluppate e scarsamente vegetate.

Ruscus

Parassiti animali: cocciniglie e ragnetto rosso sono sempre presenti, e i danni da essi causati si possono riconoscere osservando i sintomi sui cladodi: i tripidi determinano punteggiature scolorite e distorsioni dei lembi; gli acari tetranichidi causano un’argentatura dei tessuti ed è facile osservarne la presenza sulla pagina inferiore della foglia.

Marciumi delle radici da Cylindrocarpon sp. o Fusarium spp.: questi miceti colpiscono prevalentemente piante già indebolite da altre cause (es. condizioni colturali non idonee, stress ambientali, azione di altri patogeni) e i danni più gravi si osservano tra l’estate e l’autunno. È importante prevenire le infezioni adottando corrette pratiche colturali e impiegando formulati a base di microrganismi antagonisti o di sostanze attivatrici delle difese naturali.

Infiorescenza di mimosa poco sviluppata

Mimosa ed altre specie da fronda

– Cocciniglie: si osservano infestazioni di cocciniglie (ad es. Icerya purchasi) su molte specie da fronda, ed in particolare cui acacie e mimose.

– Stress ambientali: su molte specie si rilevano ritardi e riduzioni nello sviluppo della vegetazione. Nel caso delle mimose si osservano piante stentate, poco vegetate, che hanno prodotto rami corti e con pochi abbozzi fiorali.

PIANTE IN VASO

Margherite

– Lepidotteri: ad oggi costituiscono il principale problema entomologico di questa specie. Si osservano infatti erosioni fogliari causate da larve di lepidotteri (prevalentemente tortricidi) e mine fogliari causate da microlepidotteri (Bucculatrix crysanthemella) o ditteri (Liriomyza spp.).

– Marciume basale da Phytophthora sp.: la malattia è presente in alcuni impianti di margherite allevate nella forma “ad alberello”.

– Ragnetto rosso: infestazioni di Tetranychus urticae sono presenti in alcuni impianti di piante madri.

Aromatiche

– Cicaline: ad oggi le infestazioni sono decisamente meno intense rispetto agli anni passati, probabilmente l’estate torrida ha influito negativamente sulla sopravvivenza di questo insetto. Bisogna comunque monitorare gli impianti per valutare eventuali intensificazioni degli attacchi.

– Lepidotteri: le larve di alcuni lepidotteri, ad es. Heliothis spp., e Cacoecimorpha sp., stanno erodendo le punte dei germogli delle piante di rosmarino, salvia, timo e maggiorana.

– Afidi: questi insetti stanno colpendo soprattutto le piante di timo e maggiorana.

– Tingidi: su piante di alloro, sia in vivaio che in orti e giardini, si osservano scolorimenti della vegetazione causati dall’azione parassitaria di Stephanitis lauri, tingide esotico di recente rinvenimento (2020) che rapidamente si è diffuso in Toscana e Liguria.

– Nematodi radicali galligeni: infestazioni da Meloidogyne sp. si rilevano in numerosi impianti di basilico da taglio allevato in pieno campo.

– Mal bianco: questa malattia è piuttosto diffusa; su rosmarino, in particolare, sta colpendo la nuova vegetazione emessa dalle piante che sono state spuntate qualche settimana fa.

– Marciumi basali da Phytophthora sp.: in alcuni impianti di rosmarino, salvia e lavanda sono ancora visibili deperimenti causati dalle infezioni avvenute nei mesi scorsi.

Pianta di rosmarino con deperimenti da stress ambientale

– Peronospora e muffa grigia: queste malattie fungine sono presenti in numerosi impianti di basilico allevato in serra e in pieno campo, e in alcuni casi stanno causando danni di una certa rilevanza. Botrytis cinerea in particolare sta attaccando le piante a partire dalle ferite effettuate durante la raccolta.

– Deperimenti da stress termico: si osservano ancora gli esiti di un singolare fenomeno avvenuto in settembre nella Piana di Albenga su giovani piante di rosmarino e lavanda allevate in vaso che da poco tempo erano state trasferite in campo. In una giornata molto calda improvvisamente è caduta pioggia mista a grandine: l’acqua gelata percolando nei vasi ha causato uno shock termico alle radici che in molti casi è risultato così dannoso da devitalizzarle. Le piante colpite sono quindi andate incontro a disseccamenti dei rami e deperimenti.

Ciclamino

Deformazioni dei fiori da acari tarsonemidi su ciclamino

Larve di lepidotteri: larve di lepidotteri (Spodoptera littoralis e Duponchelia sp. in particolare) sono presenti in molti impianti. Particolarmente pericolose sono le larve di Duponchelia in quanto si sviluppano nel cuore della pianta dove si nutrono delle giovani foglie e dei bottoni fiorali, l’avvio delle infestazioni è pertanto poco visibile e se ce ne si accorge tardivamente si rischia che il prodotto non sia più vendibile.

– Tripidi: questi insetti, verso i quali la lotta risulta particolarmente difficile in quanto si rifugiano nei fiori, possono causare sia danni diretti (lesioni a petali e foglie) che indiretti (trasmissione di Tospovirus).

– Acari tarsonemidi: è già da diverse settimane che le infestazioni di Polyphagotarsonemus sp. risultano diffuse e difficili da contrastare: probabilmente questo acaro è stato favorito dal clima caldo. I danni che causa sono deformazioni dei fiori e delle foglie che in alcuni casi sono stati così gravi che le piante colpite sono risultate invendibili.

Poinsettia

– Aleurodidi: stanno iniziando a comparire la Bemisia sp.: se non si interviene in tempo si rischia che le infestazioni proseguano fino all’autunno inoltrato. La lotta biologica se effettuata in modo preventivo, ad es. impiegando insetti utili quali Ambliseius swirskii, Encarsia sp. ed Eretmocerus sp. fornisce ottimi risultati.

– Tripidi: possono causare danni estetici alle brattee colorate.

– Muffa grigia: si consiglia di effettuare un’adeguata prevenzione in modo da ridurre il rischio di insorgenza di infezioni botritiche. Quando le piante raggiungono un buon sviluppo vegetativo, la vicinanza le une alle altre determina la formazione di una copertura omogenea che agevola l’instaurarsi di un microclima caldo umido nello spazio sottochioma, questa condizione risulta favorevole allo sviluppo di infezioni botritiche a livello della base degli steli.

– Marciumi radicali da oomiceti (Pythium sp. in particolare): è importante in questo periodo prevenire i marciumi in quanto le condizioni sono favorevoli all’avvio delle infezioni.

Varie da vaso

Cocciniglia (Ceroplastes sp.) su mirto

Tripidi: con le loro punture di suzione stanno danneggiando i tessuti di molte piante, e su quelle fiorite, come ad esempio le dipladenie, la lotta è particolarmente difficile in quanto gli insetti si rifugiano nei fiori.

– Cocciniglie: costituiscono un problema di gravità crescente oltre che su fronde anche su molte piante in vaso, come ad es. mirto, dipladenia, ibisco, piante grasse e succulente, ….

– Tetranychus urticae: lo sviluppo del ragnetto rossorosso delle serre è stato agevolato dal clima caldo e asciutto e ora sta colpendo molte specie; tra le più danneggiate vi sono rose e iberis (nevina). Alla comparsa dei primi focolai bisogna intervenire prontamente in modo che non si instaurino infestazioni troppo dense difficili da eliminare.

URBANO E SPONTANEO

Sofferenza da caldo e siccità

In molte zone i segnali dell’autunno sono comparsi già nel mese di agosto: foglie rossastre, secche e cadute a terra, rami già quasi spogli e terreni sempre più aridi contraddistinguono molte aree verdi urbane e boschive. D’altronde in Italia, in base ai dati del Consiglio Nazionale delle Ricerche, il 2022 risulta l’anno più caldo e più secco mai rilevato, e nella media globale il 2022 risulta il sesto anno più caldo di sempre. Quest’autunno anticipato potrebbe aver innescato conseguenze negative per la vegetazione e per l’ambiente che potranno essere meglio valutare la prossima primavera in occasione dei nuovi germogliamenti.

Punteruolo nero del fico Aclees taiwanensis

Il fico è sempre stata considerata una pianta particolarmente resistente alle avversità, ma da qualche anno anch’essa è stata colpita da un insetto esotico che la sta mettendo a dura prova.

Se si vedono fori e ferite alla base del tronco è probabile che ci si trovi davanti ad un’infestazione di Aclees taiwanensis, coleottero curculionide di origine asiatica ormai diffuso in molte regioni italiane, tra cui la Liguria, che sta causando la morte, spesso rapida, di molte piante di Ficus carica. Il ciclo biologico dell’insetto è strettamente legato al fico, da cui dipende sia per la nutrizione sia per la riproduzione, e si svolge in due generazioni all’anno: la prima in tarda primavera, verso giugno, e la seconda a fine estate, verso settembre.

Gli adulti svernano negli anfratti della corteccia o tra le radici del fico, e in primavera fuoriescono per nutrirsi e accoppiarsi; le femmine quindi depongono le uova nella corteccia degli alberi, scavando con un rostro dei piccoli solchi, e da esse originano larve xilofaghe che si sviluppano all’interno del legno scavando gallerie, che oltre a compromettere la regolare funzione fisiologica della pianta facilitano l’ingresso di microrganismi patogeni. Una volta raggiunta la maturità le larve si impupano subito al di sotto della corteccia: è in questa fase che compaiono i primi sintomi dell’infestazione costituiti da colature di rosura bagnata di colore arancione-marrone chiaro che escono dalla corteccia. Gli adulti a maturità fuoriescono dal fusto e si spostano nella parte alta dell’albero per cibarsi di foglie giovani, germogli e frutticini.

La lotta al punteruolo del fico è molto difficile, e siccome non vi sono insetticidi disponibili deve essere preventiva. Innanzi tutto, prima della ripresa vegetativa e della fuoriuscita degli adulti dagli anfratti della corteccia, occorre eliminare le piante morte o deperienti; quindi bisogna monitorare attentamente e periodicamente le piante alla ricerca degli adulti oppure dei segni di attività delle larve: dei buchi di ingresso sul tronco da cui fuoriesce rosura arancione brunastra. È possibile posizionare nella zona del colletto reti a maglia fitta per impedire alle femmine adulte di deporre le uova e in estate attuare la lotta meccanica nei confronti delle larve xilofaghe.

Se si vedono degli adulti occorre eliminarli immediatamente e cercare i punti di ingresso delle larve lungo il tronco: se si sospetta un’infestazione si consiglia di bagnare abbondantemente il terreno con acqua in modo da spingere gli adulti a uscire dal tronco.

Diversamente dalle larve di altri coleotteri, i trattamenti a base di nematodi entomoparassiti (Heterorhabditis spp.; Steinernema spp.) non sono molto efficaci contro A. taiwanensis poiché, nonostante siano attivi nella ricerca della preda, non sono in grado di risalire le gallerie anche a causa dei residui dell’attività trofica (rosatura e feci) che ostruiscono il passaggio.

Per il controllo degli adulti pare invece sia piuttosto efficace il fungo entomopatogeno Beauveria bassiana: esistono in commercio diversi formulati a base di B. bassiana che possono essere irrorati sul tronco, sulle foglie e sul terreno in modo che il micete venga a contatto con gli adulti; purtroppo anche in questo caso è difficile riuscire a raggiungere le larve.

Pianta di fico infestata da larve di Aclees taiwanensis ; adulto di A. taiwanensis; frutti erosi dall’adulto.

STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO

AVVERSITA’RISCHIO LIEVERISCHIO MODERATORISCHIO ALTO
Parassiti animali– Nematodi– Afidi
– Tripidi
– Cocciniglie
– Cicaline
– Psille
– Acari tetranichidi, eriofidi e tarsonemidi
– Lepidotteri
– Aleurodidi (serra)
Malattie fungine– Rizottoniosi
– Tracheomicosi
– Peronospora
– Ruggine
– Maculature fogliari
– Marciumi basali da Sclerotinia, Cylindrocarpon, Fusarium
– Mal bianco
– Alternariosi
– Muffa grigia
– Marciumi basali da oomiceti
BatteriosiTumori batterici da Pseudomonas savanstanoi e Agrobacterium tumefaciens– Marciume batterico da Pseudomonas spp. su ranuncolo ed altre specie;
– alterazioni fogliari da Xanthomonas sp. su lavanda
 
Virosi – Da TSWV, INSV, CMV, Potyvirus (ranuncolo), ed altri 
Altro – Stress ambientali nutrizionali, .. 

Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.

Per informazioni:

Laboratorio di Patologia dell’Istituto Regionale per la Floricoltura di Sanremo (IM): martini@regflor.it

Servizio Tecnico della Cooperativa L’Ortofrutticola di Albenga (SV): asstec@ortofrutticola.it

Servizio Tecnico della Cooperativa Flor Coop Sanremo (IM): florcoop@florcoop.it

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