Continuano gli approfondimenti di #InAzienda: la rubrica di Flornews Liguria che mira a far conoscere ai lettori le aziende floricole del Distretto Florovoviaistico Ligure.

Oggi il nostro collaboratore Andrea Fassione ha intervistato Stefano Ali, giovane floricoltore sanremese che si è dedicato alla coltivazione di ranuncoli.

Un ettaro e mezzo di azienda a Bussana di Sanremo coltivata sotto serra o steccato con le linee più pregiate di ranuncoli clone, “Success” e “Pon Pon” su tutte.

«A 25 anni mi sono trovato a gestire tutto da solo per via di vicissitudini familiari. Mi sono detto “O mollo tutto oppure vado avanti”». Stefano Ali (cognome di origine egiziana che si pronuncia Alì), 36 anni, sposato e padre di due figlie ancora piccole, oggi è titolare di un’azienda totalmente rinnovata e convertita interamente a coltivazioni “fuori suolo”.

Foto di Andrea Fassione per Flornews Liguria

Ali viene da due generazioni di floricoltori.

Dopo essersi diplomato all’agraria nel 2006, ha continuato l’attività dei suoi genitori («anche se da bambino avevo giurato il contrario»). Proprio a due passi dal mercato dei fiori, ha scelto di coltivare le varietà di ranuncoli che vanno per la maggiore sull’asta floricola, dove i commercianti locali li comprano sui carrelli per spedirli in tutto il mondo. «Abbiamo diverse decine di colori – spiega – ma quelli più richiesti sono sulle tonalità del rosa, “Lady” e “Hanoi”, che è la più richiesta in assoluto. Ho cominciato quando la gente scappava (dalla terra, ndr). Io ho iniziato a investire i soldi che non avevo, prendendo a prestito e facendo investimenti. Oggi ogni singola pianta è in fuori suolo. Un modo per contenere i costi di manodopera. E gestisco le bagnature col telefono. Il risultato? Ho decuplicato la produzione dei miei genitori», dice senza nascondere la soddisfazione (di tutta la famiglia).

Foto di Andrea Fassione per Flornews Liguria

Per la commercializzazione, il problema non si pone nemmeno. «Grazie all’asta sono tranquillo – spiega – ho una persona che lavora per me – dice – anzi, per tutti i produttori. E lavora il meglio possibile. Porto i fiori la sera prima e la mattina fanno l’asta. Ma la mia giornata comincia comunque presto perché bisogna raccogliere. Per fortuna è tutto fuori suolo, su bancali e sacchetti “grow bags”. Gi impianti di irrigazione sono centralizzati. I fiori sono sotto serra oppure steccato di legno con rete antigrandine. Ho preso da poco un’azienda nuova. Ho da 2 a 4 dipendenti secondo la stagionalità, ora qualcuno in più con la nuova azienda».

Se tornassi indietro rifaresti tutto da zero? «Certamente, anche se non so se ritroverei la forza – scherza – ma sono contentissimo di averlo fatto. Sono appagato, non tanto e non solo economicamente, ma nel piacere di lavorare. Anche se in primavera non basta l’orologio».

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