Nel centro di ricerca statale, uno dei quattro italiani dedicati ad orticoltura e floricoltura, si micropropagano su commissione le piante selezionate in laboratorio. Una serra è destinata ai fiori eduli, altre alle “collezioni” per tutelare la biodiversità. E nelle campagne ci sono i cloni degli alberi piantati dall’illustre botanico Mario Calvino, che di ritorno da oltreoceano fondò un secolo fa la prima stazione sperimentale di floricoltura.

“In laboratorio ero specializzato in micropropagazione di specie a seme e ho studiato i fattori che controllano la germinazione. Adesso sfrutto l’esperienza che ho acquisito per propagare le piante su richiesta delle varie aziende“. Carlo Mascarello, 51 anni, perito agrario, è il responsabile dell’azienda sperimentale del Crea Of di Sanremo (la direttrice è la dottoressa Barbara Ruffoni), che sfrutta 18 mila metri tra campi e serre sui 2 ettari e mezzo di terreno collinare sul quale sorge l’istituto. Il centro statale Crea Of di corso Inglesi, l’ex Stazione sperimentale di floricoltura fondata nel 1925 a Sanremo da Mario ed Eva Calvino, si trova sulla collina di corso Inglesi. Nei campi e nei laboratori alle spalle della villa Bel Respiro, odierna sede di uno dei quattro laboratori e aziende sperimentali in orticoltura e floricoltura in Italia, lavorano una trentina di persone fra ricercatori, tecnici e amministrativi.

Mascarello è in forze al Crea da 22 anni. Assunto tramite concorso come collaboratore tecnico, si è successivamente laureato in Agraria all’Università di Torino. “Ho lavorato per molti anni nel laboratorio di micropropagazione in vitro – spiega – poi mi hanno proposto di passare dal laboratorio a gestire il personale dell’azienda. Mi occupo di gestire le attività dei progetti, di ottimizzare gli spazi e le attività del personale. Sono un collante fra ricercatori e operatori tecnici“.

CREA-OF: Carlo Mascarello. Foto Flornews Liguria

Ma cosa fa l’azienda?
“In laboratorio si cerca di mantenere in ambiente esterno i genotipi selezionati – spiega Mascarello – in campo invece verifichiamo la stabilità genetica del materiale. L’azienda è il terreno di prova“.

Ma come funziona il rapporto coi produttori?
“Possono ad esempio chiederci di produrre un certo numero di piante in vitro, magari mille o duemila, finalizzato a ottenere materiale sano da qualsiasi patogeno, identico a quello di partenza. Prendiamo micro porzioni di materiale vegetale e riusciamo a ottenere un intero individuo, che viene moltiplicato in grande numero“.

Tra i destinatari aziende produttrici, locali e non. “Abbiamo avuto un progetto sul basilico – racconta – per studiare come ottenere il materiale resistente alla pernospora belbahrii che sta causando gravi danni. Il materiale poi viene consegnato alle aziende, finalizzato o alla produzione“.

Poco distante, dentro una piccola serra-incubatrice ci sono una miriade di vasetti. È una delle collaborazioni scientifiche con l’università di Genova e i Giardini Hanbury. “Questa è la capannula sabatia – spiega Mascarello – una specie a rischio d’estinzione, inclusa nella “red list” della Regione Liguria. L’Università ha commissionato di riprodurre il materiale che loro introdurranno in natura per ripopolare“.

CREA-OF: Un progetto di orticoltura. Foto Flornews Liguria

Un’intera parte dell’azienda è destinata alle «collezioni» di piante. “Se capiamo qual è il fattore che limita la germinazione, si possono poi applicare quei trattamenti che consentono di ottenere i semi germinati”. Un’altra serra è dedicata alle specie gastronomiche. “È una vetrina espositiva di specie floricole che hanno fiori eduli, che si possono mangiare – precisa – utilizzati da aziende che li mettono in produzione e poi dentro vaschette per i vari ristoranti, ovviamente in tutta Italia ma qui i produttori locali vendono moltissimo anche ai ristoranti francesi“. C’è la begonia, molto utilizzata, ma anche l’acmella i cui fiori gialli hanno un sapore piccante e persistente. Oppure l’erba ostrica, decisamente iodata, o surrogati dell’aglio come la tulbaghia, una pianta che arriva dal Sud Africa abbastanza ornamentale, il pelagonium, alcune salvie, altri fiori dal sapore dolciastro.

A villa Bel Respiro e nei campi del Crea Of di Sanremo tutto ricorda l’eredità di Mario Calvino, illustre agronomo e botanico, padre dello scrittore Italo. “Quando ha scelto questo luogo – dice Mascarello – Mario Calvino ha visto lungo. Tuttora è ricchissimo di fonti e sorgenti. Anche nel peggior periodo di siccità dello scorso anno (2022), non abbiamo patito quasi nulla, abbiamo sempre avuto acqua. Calvino ha portato diverse specie di cui oggi restano i “figli”, come questo pomelo (albero di citrus), nel giardino della villa, una trevesia palmata molto ornamentale“. Un avocado, specie introdotta e diffusa con successo in Italia proprio grazie ai viaggi dei Calvino in centro e sud America, è morto qualche anno fa. Al Crea non si sono persi d’animo: al suo posto è immediatamente arrivato un clone.

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