Un petalo dopo l’altro, così si snocciola l’indovinello più romantico e fiorito: m’ama o non m’ama? Il custode del segreto è un fiore tra i più apprezzati del giardino, coltivato e diffuso anche nel ponente ligure.

Parliamo della margherita, la nuova protagonista della rubrica #PiantaLa!

La margherita da vaso più nota, storicamente diffusa nel ponente ligure, è la cosiddetta Margherita delle Canarie, Argyranthemum frutescens, parte della vastissima famiglia delle Asteraceae (o Compositae). Si tratta di una specie annuale che fiorisce dalla primavera all’inizio dell’autunno nelle zone a clima mite come la Riviera, e che è presente in vari ibridi in tanti colori differenti.

Un fiore tanto semplice e iconico, all’apparenza, capace tuttavia di regalare sorprese. Prendiamo il nome: la parola margarìtēs faceva già parte del lessico dell’antica Grecia, e se andiamo ancora più indietro la troviamo anche nel sanscrito, dove era manyari, e nel persiano, dove era invece marvārid.
Che cosa significava? Ce lo rivela un semplice dizionario di latino: la margarita era la perla.

Quella della margherita è, in effetti, un’eleganza semplice e raffinata, proprio come le perle. Sarà per questo che nella simbologia si lega a messaggi positivi, all’innocenza della giovinezza e alla purezza d’animo: è un fiore delicato che parla di amore fedele e di pazienza (“m’ama o non m’ama” per l’appunto), ma ha anche una forma che ricorda un bellissimo sole ed è perfetta, vista la sua delicatezza, per festeggiare una nascita oppure, ricordando la fedeltà, il traguardo del quinto anno di matrimonio.

Semplice, si diceva, ma non banale. La margherita in fioritura produce i caratteristici capolini di qualche centimetro di diametro, infiorescenze di tantissimi piccoli fiori gialli melliferi di forma tubolare. Sono loro a comporre il “disco” centrale. Quelli che invece definiamo comunemente petali non sono altro che ulteriori fiori, bianchi e lanceolati, che simulano una corolla intorno al bottone e forniscono un comodo appoggio per gli insetti impollinatori, ai quali la pianta affida la sua riproduzione.

Le varietà di margherita sono numerosissime e diverse per dimensioni e colori: lo sa bene la Liguria di ponente dove, più di altri, questo fiore contribuisce a portare alto il nome della storica attività florovivaistica. Durante gli anni Ottanta, infatti, è stato proprio l’IRF di Sanremo a brevettare la varietà Camilla Ponticelli, una delle prime margherite adatte al vaso, operazione che diede il la alla coltivazione massiccia di margherite di questo tipo, specie nella piana di Albenga, zona ancora oggi storicamente legata a questo fiore.

La margherita non è solo una delle piante fiore all’occhiello della produzione, con un mercato esteso da quello locale fino a quello internazionale, ma è anche una delle protagoniste della ricerca. Pioniere negli studi sulla margherita da vaso (prima si trattava di adattare varietà da reciso al vaso), l’Istituto Regionale per la Floricoltura è tuttora impegnato negli studi orientati al miglioramento genetico di queste piante e concentra le sue attività, in particolare, sulla selezione di nuovi genotipi che possano favorire maggiore sostenibilità ambientale ed economica, valorizzando al contempo la margherita. L’obiettivo è contenere la taglia della pianta, così che possa essere ridotto l’uso di fitoregolatori chimici, dannosi per gli operatori e per l’ecosistema.

Negli ultimi anni sono state diverse le nuove varietà brevettate e le nuove selezioni di Argyranthemum frutescens non solo da vaso, ma da reciso. Ricordiamo in particolare quella da reciso Doriana e le due da vaso Irma e Itala, omaggio, quest’ultima, allo scrittore Italo Calvino e ai genitori Mario ed Eva Mameli, scienziati pionieri della floricoltura nel ponente ligure.

Gialla, bianca, rosa, in vaso o recisa, in qualsiasi foggia e varietà la margherita regala a ogni fioritura il suo bellissimo messaggio di speranza: la primavera è nell’aria, pronta a farci innamorare con i suoi colori!

Articolo di Alessandra Chiappori

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