Sembra proprio che giri, inseguendo il sole. L’Helianthus annuus, letteralmente fiore del sole, meglio noto come girasole, è la pianta che più di tutte si associa alla luce e all’allegria. Sarà per i suoi petali vivaci, che vanno dai gialli alla gamma degli arancioni, o per il suo apparente movimento che lo vede inseguire il sole offrendogli la sua corolla, il cosiddetto eliotropismo: come il girasole si regala alla luce solare, così a noi infonde energia e regala bellezza.

Originario dell’America centrale, il fiore è arrivato in Europa nel XVI secolo, intorno al 1562, e pare che si sia propagato grazie ai suoi semi niente meno che dal Palazzo reale di Madrid. In realtà l’Heliantus è un genere che appartiene alla famiglia delle margherite, le Asteracee: molte provengono dal nord America, ma il girasole comune arriva dal caldo sud, ecco perché i navigatori spagnoli, scopertolo, lo importarono in Europa.

In Italia arrivò a fine Cinquecento, ma a fare onore all’Italia c’è il primo botanico che si accorse del fenomeno dell’eliotropismo, il veneto Giacomo Antonio Cortoso. Nei secoli, la scienza è riuscita a dare risposte più specifiche a questa singolare caratteristica che fa inseguire ai grandi fiori gialli il sole. Si tratterebbe infatti di un orologio biologico interno alla pianta, sincronizzato con i cicli di luce e buio, proprio come il nostro ritmo circadiano. L’eliotropismo non è l’unico segreto di questo fiore: a seconda delle specie e varietà, alcune molto utili per attirare insetti impollinatori, il girasole è usato come pianta ornamentale, oppure per la produzione di olio. Il suo fiore, oltre alla “criniera” solare, contiene anche i noti semi, da sempre usati per la produzione di olio utile in cucina e in cosmetica.

Le oltre cento specie di elianti oggi note provengono sempre dell’America e dell’America del sud. Alcune piante possono raggiungere i due metri di altezza, o anche superarli in casi particolari. Anche il fiore varia dalle tinte più delicate a quelle più intense, può essere singolo, oppure doppio, e raggiungere addirittura un diametro di 30 centimetri. Fiore dell’estate, il girasole non ama il freddo ma vuole invece tanta acqua. Se coltivato con attenzione, protetto dal vento e da altri attacchi, si svilupperà con le sue “setole” lungo il gambo, un ostacolo naturale per le lumache.

Nella nostra regione è coltivato soprattutto a scopo ornamentale, sia da fiore reciso che in vaso. La genetica ne ha selezionato varietà di colori diversi, non solo gialli, si possono trovare in commercio girasoli dai petali che esplorano tutta la gamma di sfumature dall’arancio al rosso. Il prodotto reciso è molto usato nei bouquets misti, anche per occasioni specifiche, come i matrimoni o centrotavola per occasioni formali.

Portami il girasole ch’io lo trapianti / nel mio terreno bruciato dal salino” cantano i versi di Montale, che proprio nel 2025 celebrano il loro secolo di vita. Con la sua corona dorata, il girasole ha stregato nel tempo tanti artisti, uno su tutti Vincent van Gogh, che dal 1897 al 1889 ne immortala una serie sulle sue tele. Luminoso, abbagliante, un piccolo sole ormai iconico nell’immaginario comune: il girasole ha una simbologia ricchissima, tutta positiva e naturalmente solare. Il suo colore è il giallo del sole, della vitalità quindi, e per estensione anche della positività e della gioia.

Mentre per i nativi americani era una pianta simbolo di prosperità e saggezza, in Europa è stato associato anche all’idea di fede incrollabile, per via della devozione con cui insegue il sole. Simile com’è allo stesso sole, tondeggiante e con i petali gialli che ricordano i raggi, il girasole esprime appieno la positività e l’energia della luce, ecco perché incontrarne uno lungo è considerato benaugurante. Coltivabile in terra o in vaso, il girasole è usato anche come fiore reciso in composizioni: un messaggio di felicità che ben si adatta a tante occasioni diverse.

Articolo di Alessandra Chiappori.

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