Il Ponente ligure è noto per la coltivazione di fronde ornamentali, un’attività che ha le sue radici a fine Ottocento e che nel tempo si è consolidata, portando alcune specie e varietà a primeggiare. Tra queste il cosiddetto pittosporino, una delle oltre 150 specie che fanno parte delle pittosporacee, piante native di Australia, Nuova Zelanda, Asia, Africa e delle isole del Pacifico, sempreverdi, molto resistenti alla salsedine, e generalmente contraddistinte da fioriture con un intenso profumo.

Il pittosporino porta il nome scientifico di Pittosporum tenuifolium e, per quanto ormai tipica del Ponente, è una pianta di origine neozelandese. Rientra tra le specie più utilizzate come verde non solo per il suo valore estetico, ma per ragioni di mercato, che hanno permesso nel tempo di allargare l’offerta a costi convenienti rispetto a quelli dei fiori recisi. Si tratta infatti spesso di tipologie colturali più semplici e rustiche, la cui coltivazione non presenta grossi ostacoli. Il pittosporino, in particolare, è una pianta originaria di climi continentali, abituata a temperature estive meno calde, a maggiore piovosità, ma tuttavia piuttosto resistente alle malattie e ben adattabile.

Son principalmente due le varietà di pittosporino coltivate in Liguria di Ponente. Una è il tenufolium “Irene Patterson” che ha le foglie verde chiaro maculate, da cui il nome gergale di “pitosforo nevato”. È una pianta di grande fascino e bellezza proprio in virtù delle foglie, piccole ma dense, che giocano con i colori dei nuovi germogli verdi e delle fioriture viola, profumate. Un nome evocativo, ma non troppo: questa pianta riesce a resistere anche a temperature sottozero che raramente riguardano la Riviera, il freddo fa variare leggermente il colore bianco-argento delle foglie in rosa.

L’altra varietà è la “Silver queen”, con le foglie grigio-argento e una fioritura che si concentra tra aprile e maggio producendo tanti fiori bianco crema riuniti in mazzetti e dal profumo molto intenso. È nota come Pittosforino variegato e si distingue proprio per il contrasto tra foglie e rami: verde brillante le prime, quasi neri i secondi. Anche il “Silver queen” è usato spesso per formare piccole siepi, oppure in vaso: l’accrescimento non è rapido e richiede quindi pochi interventi di potatura. Cresce bene proprio nelle zone a clima mite e vicino al mare, ed è resistente alla salsedine e alla siccità.

L’etimologia del nome si rifà a quello abitualmente noto come pitosforo (Pittosporum tobira), pianta proveniente da Cina e Giappone che, con i suoi fiori bianchi simili a quelli d’arancio, e molto profumati, è molto diffusa per siepi e caratterizza numerosi litorali marini. Il nome è di origine greca e ne descrive una caratteristica botanica. Pitta è la resina, sforos è il seme: la pianta ha infatti semi ricoperti di una sorta di colla appiccicosa.

Articolo di Alessandra Chiappori.

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