Nota meteo – Maggio si è chiuso col ritorno del tempo stabile, e in seguito all’espansione di un promontorio di alta pressione di matrice afro-mediterranea è probabile si verifiche un nuovo importante innalzamento delle temperature. Con l’avanzare dei giorni potrebbero verificarsi temporanei cedimenti dell’anticiclone che favorirebbero l’ingresso di masse d’aria fredda dal nord e la formazione di pause temporalesche.
Per aggiornamenti più puntuali per la Liguria consultare il bollettino AgroMeteoLiguria del CAAR (Centro di Agrometeorologia Applicata Regionale) all’indirizzo www.agriligurianet.it/it/impresa/assistenza-tecnica-e-centri-serivizio/agrometeo-caar/bollettino-agrometeo-caar.htm, oppure il nostro sito all’indirizzo https://www.flornewsliguria.it/category/agrometeo/.

PROBLEMATICHE DI PARTICOLARE RILIEVO

Come di consueto in questa stagione, i coltivatori sono impegnati a contrastare soprattutto parassiti animali, quali tripidi, afidi, lepidotteri, cocciniglie, cicaline, aleurodidi, ragnetto rosso e altri, che stanno colpendo molte coltivazioni; inoltre la diffusa presenza di aree incolte, che rappresentano un serbatoio di parassiti di vario genere, in prossimità di aree agricole rende difficile attuare una difesa efficace in quanto rapidamente le coltivazioni vengono re-infestate.

Alla luce della difficile situazione fitoiatrica, è sempre più importante eseguire accurati monitoraggi in modo regolare, in modo da rilevare le infestazioni al loro primo apparire e riuscire ad adottare strategie di difesa in modo tempestivo.

In questo momento le produzioni ornamentali in atto non sono molte: tra quelle da reciso si ricordano soprattutto girasoli, ortensie, rose e fronde; tra quelle in vaso: petunie, surfinee, gerani, girasoli, lantane, verbene, piante grasse e succulente, e sono stati avviati gli impianti di ciclamini e crisantemi.

Per aromi e margherite è iniziata la stagione della radicazione delle talee: è importante verificare lo stato fitosanitario delle piante madri in modo da avere la ragionevole certezza di utilizzare materiale di propagazione sano.

Si stanno programmando i nuovi impianti di ranuncoli, anemoni e papaveri, ed è quindi il momento più opportuno per effettuare interventi “di base” finalizzati a migliorare il contesto agronomico colturale, e soprattutto la dotazione di sostanza organica, la salinità e il drenaggio dei terreni. Si consiglia di effettuare un’analisi completa del terreno, soprattutto se sono più anni che non viene fatta, di eliminare i residui delle colture precedenti e, soprattutto se in passato si è osservato lo sviluppo di malattie di origine tellurica, di valutare l’opportunità di effettuare una disinfezione del terreno/substrato (solarizzazione, fumigazione, biofumigazione, …).

Di seguito si riportano alcune problematiche di particolare rilievo.

Ortensia: a sinistra foglie bollose e inspessite a causa dell’azione parassitaria di acari tarsonemidi; a destra foglie decolorate infestate dal ragnetto rosso delle serre

FIORI E FRONDE RECISI

Ortensia

– Acari: si osservanodecolorazioni fogliari causate da ragnetto rosso (Tetranychus urticae) e bollosità fogliari causate da acari tarsonemidi (Polyphagotarsonemus sp).

– Muffa grigia: Botrytis cinerea può causare maculature sui petali, soprattutto se sono di colore chiaro. In condizioni favorevoli al patogeno è consigliabile applicare preventivamente formulati ad azione corroborante, che favoriscono un aumento delle difese naturali delle piante, o effettuare un trattamento con antibotritici tollerati.

Girasole

– Mal bianco: malattia presente in alcuni impianti, soprattutto in serra. Intervenire alla compara dei primi sintomi, che in genere si manifestano sulle foglie adulte delle piante più vicine alle aperture o comunque più esposte alle correnti d’aria.

– Maculature fogliari di origine fungina (ad es. da Alternaria sp.) sono presenti in modo diffuso ma non grave, qualora necessario intervenire con fungicidi ad azione preventiva, ad es. a base di sali di rame.

Rosa

– Tripidi e afidi: parassiti dannosi e difficili da controllare, soprattutto negli impianti in serra.

– Ragnetto rosso: presente in molti impianti, ma soprattutto in quelli in serra o tendenzialmente asciutti, e dove non adeguatamente controllato.

Crisantemo

– Afidi, tripidi, nottue e ragnetto rosso: in occasione dell’allestimento degli impianti da reciso tenere conto di predisporre strategie di difesa utili a prevenire le infestazioni di questi parassiti.

Astrer spp.

– Virosi da Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV): si osservano infezioni insolitamente gravi che causano giallumi, maculature e necrosi anche molto estese.

Psille su Eucalyptus

Eucalyptus spp.

– Psilla: Ctenarytaina eucalypti questo parassita sta continuando imperterrito ad infestare gli impianti di eucalipti, ed in particolare quelli di E. cinerea. Questi parassiti, soprattutto in estate, risultano sempre più difficili da contrastare e il mezzo chimico difficilmente riesce a sortire esiti significativi e duraturi; la prevenzione e la lotta integrata costituiscono i principali strumenti di difesa.

– Acari eriofidi: Phyllocoptes cacolyptae è presente in molti impianti, soprattutto in quelli che non hanno adottato adeguate strategie di difesa al germogliamento o contro le prime infestazioni. Per limitare i danni alle fronde si consiglia di impiegare formulati, o miscele di formulati, ad azione adulticida e ovicida, verificandone prima la selettività.

Ruscus

Fronda di ruscus con cocciniglie

– Lepidotteri tortricidi: le larve di questi insetti stanno iniziando erodendo i cladodi. Si consiglia di posizionare trappole a feromoni per il monitoraggio degli adulti in modo da riuscire a intervenire prontamente contro le larve ad es. con formulati a base di Bacillus thuringiensis.

– Cocciniglie: sono presenti in numerosi impianti, ed è possibile rilevarle osservando la base degli steli e i cladodi dei rami più interni dei cespugli.

– Cicaline: sono già visibili i segni degli attacchi di questi insetti sui cladodi.

– Oziorrinco: le larve di Otiorhynchus sulcatus stanno causando erosioni radicali in numerosi impianti, soprattutto dell’entroterra.

– Ragnetto rosso: è presente in numerosi impianti, è quindi importante intervenire rapidamente prima che la fronda venga compromessa.

Limonium sinuatum

– Virosi da Tomato Spotted Wilt Virus (TSWV) sta causando necrosi delle infiorescenze e degli steli spesso associate a giallumi fogliari: eliminare le piante colpite ed attuare la lotta al tripide vettore.

– Marciumi basali: in alcuni impianti i osservano marciumi del colletto e/o delle radici causati da patogeni fungini di origine tellurica, tra cui soprattutto Phytophthora sp.

Pittosporum tenuifolium “Silver Queen”

Marciumi basali: in alcuni impianti di circa 1,5/3 anni si osservano morie di piante che presentano marciumi basali causati da Phytophthora spp. o marciumi radicali causati da Phoma sp. In ogni caso si consiglia di eliminare le piante deperienti e applicare formulati specifici alle piante asintomatiche. Per prevenire queste malattie si consiglia di adottare adeguate pratiche colturali, e di applicare precocemente, se possibile fin dall’impianto, formulati a base di microrganismi antagonisti o attivatori delle difese naturali (ad es. fosfiti di potassio).

Asparagus spp. e Asclepias fruticosa (Gonphocarpus)

– Tripidi: cercare di mettere a punto piani di difesa in modo da limitare il loro ingesso negli impianti di asparago e gonfocarpo, Le punture di suzione dei tripidi possono danneggiare gravemente la vegetazione, inoltre possono trasmettere il virus TSWV a cui il gonfocarpo è estremamente sensibile: infatti se contratto precocemente può portare a morte le piante.

Fronde verdi

– Cocciniglie: sono un problema di importanza crescente per molte specie. La lotta, per essere efficace, deve iniziare al primo apparire dei focolai (magari anche solo asportando le fronde colpite o intervenendo con trattamenti localizzati) e gli interventi vanno eseguiti preferibilmente sulle forme giovanili, cioè all’inizio di ogni generazione. Inoltre è importante favorire l’arieggiamento nella vegetazione sfoltendo le chiome troppo dense, asportare le fronde colpite ed evitare gli eccessi di azoto. Prima di ricorrere all’applicazione di insetticidi è consigliabile verificarne la selettività.

PIANTE IN VASO

Aromatiche

Cicaline: continuano ad infestare gli impianti di aromi; i danni maggiori in questi giorni si stanno osservando soprattutto su rosmarino, maggiorana e timo. La lotta è difficile e poco duratura in quanto gli impianti trattati vengono rapidamente reinvasi dagli insetti che nascono negli incolti o nelle aree verdi adiacenti alle aree coltivate. La lotta è ulteriormente complicata dal fatto che dove vi sono partite di piante pronte per la vendita non è possibile effettuare trattamenti per non rischiare il mancato rispetto dei tempi di carenza.

Sciaridi: in numerosi impianti di radicazione le larve di questi ditteri stanno causando danni alle le radici che stanno emettendo le talee di rosmarino. Si consiglia di intervenire in via preventiva impiegando formulati a base di nematodi entomoparassiti, ad es. Steinernema feltiae.

Ragnetto rosso: su alcune specie, ad esempio lippia, Tetranychus urticae sta già causando danni di una certa rilevanza. Prestare attenzione alle piante di lavanda che sono piuttosto appetite da questo acaro.

Mal bianco: questa malattia sta iniziando a manifestarsi anche sulle piante di menta.

Margherita – piante madri in allevamento sotto ombraio

– Tripidi e afidi: si raccomanda di impostare corretti piani di lotta al tripide e agli afidi onde evitare il diffondersi di malattie virali. In questo momento sono soprattutto i tripidi a infestare gli impianti a volte anche in modo preoccupante, anche perché tendono a rifugiarsi nei fiori rimasti sulle piante madri diventando poco raggiungibili dai trattamenti fitosanitari. Si consiglia di eliminare i fiori dalle piante madri e di effettuare trattamenti periodici contro questi parassiti.

– Virus: sporadicamente si osservano caratteristiche maculature fogliari causate da infezioni virali (TSWV): eliminare le piante colpite e verificare, mediante analisi di laboratorio, la sanità delle altre piante madri prima di prelevare le talee.

– Malattie telluriche: per ridurre il rischio di infezioni da patogeni che hanno come habitat il terreno (ad es. Phytophthora spp., Fusarium spp., Rhizoctonia sp., Sclerotinia spp.) è consigliabile applicare precocemente formulati ad es. a base di microrganismi antagonisti o di induttori di resistenza. In caso sorgessero dei dubbi, si consiglia di condurre controlli fitosanitari volti ad accertare che le piante madri non siano colpite da patogeni fungini quali Phytophthora sp. (pericolosa soprattutto in radicazione e/o nelle prime fasi dell’impianto) o agenti di tracheomicosi, quali soprattutto Fusarium oxysporum f. sp. chrysanthemi.

Ciclamino

– Tripidi: cercare di mettere a punto piani di difesa che ne limitino il più possibile l’ingresso negli impianti, dato che potrebbero trasmettere virus che se contratti precocemente potrebbero compromettere la vitalità della pianta.

– Marciume batterico: in alcuni impianti si stanno osservando casi di marciumi molli e maleodoranti causati da Pectobacterium sp.: eliminare le piante colpite e intervenire con prodotti ad es. a base di rame, meglio se in formulazione assimilabile dalle piante.

– Tracheofusariosi: per prevenire la malattia si consiglia di sanificare gli impianti, di sostituire o disinfettare i teli pacciamanti su cui si appoggiano i sottovasi, impiegare vasi, sottovasi e substrati nuovi, utilizzare formulati a base di microrganismi antagonisti (ad es. Fusarium spp., Trichoderma spp.) o attivatori delle difese delle piante.

Crisantemo

– Tripidi: cercare di mettere a punto piani di difesa in modo da limitarne il più possibile l’ingresso negli impianti dato che potrebbero trasmettere virus che se contratti precocemente potrebbero compromettere la produzione.

Altre da vaso

Dipladenia (mandevilla)

Bemisia tabaci: la mosca bianca è facilmente presente anche sulle piante già pronte per la consegna.

– Tripidi: prestare attenzione alla loro presenza.

Tetranychus urticae: acaro che facilmente infesta le piante di dipladenia nel periodo estivo.

Pianta di elicriso infestata da Tebenna micalis

Elicriso (semprevivo)

Erosioni fogliari da microlepidotteri: questa asteracea è facilmente soggetta agli attacchi di Tebenna micalis le cui larve possono causare sia mine fogliari (larve giovani) che erosioni (larve adulte). La loro presenza è evidenziata dal fatto che i tessuti attaccati sono coperti da fili sericei.

Iberis (nevina)

Batteriosi fogliare: osservate maculature fogliari scure causate da infezioni batteriche (Xanthomonas sp.). Le foglie colpite ingialliscono, appassiscono e in genere restano attaccate allo stelo (a differenza di quelle colpite da Alternaria sp. sulle quali compaiono maculature scure simili a quelle causate da Xanthomonas, però poi le foglie colpite ingialliscono e cadono precocemente).

Mesembriantemo

Ruggine bianca da Albugo sp: questa malattia sta colpendo vari tipi mesembriantemi fin dalla fine dell’inverno, e a quanto pare risulta difficile da contenere, almeno sulle selezioni più suscettibili.

Peperoncino ornamentale

Tripidi: prestare attenzione ai tripidi che possono trasmettere Tospovirus, ed in particolare il TSWV, che su queste piante può risultare estremamente dannoso.

Solanum spp.

Mosca bianca (Bemisia sp.): insetto presente in modo diffuso sulle piante di Solanum.

Acari tarsonemidi: in numerosi impianti si rilevano deformazioni e bollosità fogliari causate da questi acari.

PROGRAMMAZIONE DEGLI IMPIANTI DI RANUNCOLO E ANEMONE – IN UN’OTTICA DI DIFESA INTEGRATA

Il periodo estivo è il momento più opportuno per effettuare interventi di ammendamento e/o correttivi nei terreni che verranno destinati a ranuncolo e ad anemone, specie che prediligono terreni caratterizzati da pH prossimo a 6,5 – 7, bassa salinità, buona dotazione di sostanza organica e buon drenaggio.

Sulla base di tali necessità è pertanto importante prendere in considerazione i seguenti aspetti:

  • la scelta del sito da destinare alla coltivazione, di cui bisogna considerare la giacitura, l’esposizione, il tipo e la struttura del terreno;
  • la scelta del sistema di irrigazione più adatto: quelli che ad oggi paiono i più idonei sono quelli localizzati alla base delle piante;
  • il tipo di ombreggiamento da adottare nelle prime fasi della coltivazione in pien’aria per abbassare la temperatura: in genere si utilizzano reti ombreggianti bianche al 50-75%, oppure, negli impianti più soleggiati, reti nere al 50%.

Bisogna infine valutare l’opportunità di effettuare un’analisi completa del terreno, soprattutto se negli ultimi due anni non è stata fatta, in modo da poter intervenire in tempo con adeguate integrazioni e una mirata concimazione. A tale proposito ricordiamo che è importante che nelle prime fasi le piante abbiano a disposizione adeguate dotazioni di fosforo, per garantire un adeguato sviluppo dell’apparato radicale, e di magnesio, per prevenire gli ingiallimenti che potrebbero insorgere a seguito di colpi di caldo e/o squilibri nelle bagnature. L’analisi dei substrati inoltre è importante per verificare il grado di salinità, in modo che, qualora fosse elevato, cosa che può capitare soprattutto in coltura protetta, si riescano ad effettuare abbondanti irrigazioni prima dell’impianto.

– Per quanto riguarda la preparazione del terreno, dopo aver eliminato i residui delle colture precedenti, è importante effettuare le lavorazioni con il terreno “in tempera”, utilizzando attrezzature idonee, che non creino una “suola” impermeabile a livello delle radici. Bisogna anche ricordarsi di curare il livellamento e gli sgrondi in modo da favorire al meglio il drenaggio delle acque, e soprattutto di adeguare l’ampiezza e l’altezza delle aiole in base alle esigenze della pianta e della varietà, e all’esposizione dell’impianto.

  • E’ anche importante, per quanto possibile, eliminare le erbe infestanti presenti in prossimità degli impianti, infatti, alcune specie possono essere serbatoi di agenti di malattia o rifugi per parassiti animali dannosi alla specie coltivata.

Questi aspetti devono essere considerati con la massima attenzione, soprattutto alla luce del fatto che da qualche anno il clima è cambiato: ad autunni miti, prolungati e spesso eccessivamente piovosi, sempre più spesso si stanno succedendo inverni nel complesso brevi, ultimamente decisamente siccitosi, talvolta soggetti a picchi di freddo intenso, spesso tardivi. Tali andamenti in certe annate hanno influito negativamente sulle coltivazioni: il caldo prolungato nelle prime fasi di coltivazione in alcuni casi ha provocato un rallentamento dello sviluppo delle piante; le piogge abbondanti e frequenti hanno favorito ristagni idrici e condizioni di eccessiva umidità relativa che sono risultati tanto più dannosi quanto più gli impianti erano fitti e/o mal esposti; i freddi tardivi hanno causato danni ai fiori degli impianti in pien’aria.

Il consiglio è quello di effettuare le nuove piantagioni su aiuole rialzate, larghe circa 60 cm, adottando densità colturali tali da garantire una sufficiente ventilazione (mediamente i rizomi di ranuncolo si impiantano su due file distanti circa 30 cm, lasciando sulla fila 15-18 cm e raggiungendo una densità massima di 20 piante/m2 di superficie coltivata; per l’anemone e i ranuncoli da clone a seconda delle varietà si utilizzano densità minori).

  • Anche la scelta del materiale vegetale è molto importante in quanto bisogna cercare di individuare le varietà più adatte e redditizie per la propria azienda: queste scelte dovrebbero essere fatte con l’aiuto del tecnico vivaistico, il quale deve essere in grado di dare indicazioni sulle esigenze delle selezioni che fornirà. Si ricorda che nel caso del ranuncolo in funzione del diametro dei rizomi (che può essere compreso tra 3 e 7 cm) varia l’epoca di raccolta; infine, a parità di diametro, l’impiego di rizomi pregermogliati favorisce un ulteriore anticipo nella produzione.

L’agricoltore, sulla base dell’esperienza accumulata durante le precedenti coltivazioni, può prevedere eventuali rischi di contaminazioni da patogeni e parassiti ad habitat tellurico (ricordandosi che anche i tripidi e le minatrici possono rimanere latenti nel substrato o nei residui vegetali), e decidere se e come praticare la disinfezione del terreno (solarizzazione, fumigazione, vapore, …). Si ricorda che è sconsigliabile riutilizzare i rizomi/bulbi, soprattutto se durante il ciclo precedente si erano verificate infezioni virali, fungine o batteriche.

Infine, nel caso di impianti in fuori suolo bisogna accertarsi che il substrato scelto sia in grado di mantenere un buono e costante livello di umidità, in quanto sia il ranuncolo che l’anemone mal sopportano gli stress idrici; si consiglia inoltre di controllare il livello di salinità dei substrati prima di effettuare gli impianti in modo da riuscire ad adottare in tempo opportuni provvedimenti.

NOTA – GLI INDUTTORI DI RESISTENZA IN BREVE

L’impiego di induttori di resistenza (elicitori o attivatori) per proteggere le colture in modo “integrato” è una strategia innovativa che favorisce l’attivazione del naturale sistema di difesa delle piante per proteggerle dalle malattie. Le piante infatti sono capaci di proteggersi autonomamente dall’azione di agenti fitopatogeni, e tale capacità può essere di tipo passivo (resistenza passiva) o attivo (resistenza indotta o acquisita). Gli induttori di resistenza riescono a conferire alle piante un più alto livello di resistenza, e quindi di protezione, nei confronti di attacchi di patogeni o di altri fattori di stress biotico e abiotico. Queste sostanze possono quindi fornire un valido contributo come alternativa ai mezzi tecnici chimici tradizionali, coi quali sono pienamente compatibili, e essere inseriti nei programmi di protezione integrata consentendo la riduzione del numero dei trattamenti con i mezzi chimici.

Gli induttori di resistenza possono essere di varia natura: microrganismi non patogeni che colonizzano la superficie delle radici e/o della vegetazione, microrganismi antagonisti (agenti di biocontrollo), sostanze chimiche di vario tipo, sia di sintesi sia naturali, come estratti di piante, sostanze umiche, derivati di alghe, derivati microbici, corroboranti di vario tipo, ecc.

Tutti gli induttori, benché di varia natura, hanno alcune caratteristiche comuni:

  • il loromeccanismo d’azione, che li distingue dai mezzi chimici tradizionali, è indiretto, ovvero non agiscono direttamente contro gli organismi patogeni ma assicurano una protezione grazie all’attivazione nelle piante di risposte naturali di difesa;
  • sono in grado di agire anche in assenza dell’agente patogeno;
  • se tutti gli induttori di resistenza almeno gran parte di essi, possono indurre una resistenza ad ampio spettro, cioè non specifica verso un solo patogeno ma efficace verso batteri, virus, funghi, ecc., estesa su colture anche molto diverse fra loro e prolungata nel tempo;
  • hanno un impatto su salute e ambiente sicuramente inferiore a quello dei mezzi tradizionali;
  • grazie ai limitati o assenti periodi di carenza, possono essere impiegati anche nelle fasi finali del ciclo vegetativo contribuendo alla riduzione dei residui. 

Tutti questi sono aspetti che ne rendono interessante l’impiego, però la loro applicazione non è ancora estesa in modo capillare perché i livelli di protezione che assicurano non sono molto elevati, soprattutto quando vengono impiegati come esclusivo mezzo di difesa. Infatti raramente gli induttori di resistenza da soli sono in grado di assicurare un pieno controllo dei patogeni, soprattutto quando le condizioni ambientali/colturali sono ad essi favorevoli, e questo dipende da vari fattori quali: la diversa risposta varietale (varietà di una stessa specie possono rispondere in maniera differente); una diversa capacità delle piante legata allo specifico genotipo di attivare le difese naturali; lo stadio di sviluppo, la fase fenologica e lo stato nutrizionale delle; le modalità applicative e la ripetizione dei trattamenti. Anche l’effetto combinato con altri mezzi utilizzati (antagonisti, mezzi naturali, mezzi chimici, ecc.) può influenzare l’esito del loro impiego esaltandone o riducendone gli effetti. Inoltre hanno lo svantaggio di essere poco persistenti. Infine si ipotizza che in alcuni casi, e in funzione del tipo di induttore e dell’ambiente di crescita, l’attivazione dei sistemi di difesa potrebbe richiedere un costo metabolico alla pianta, la quale deve distrarre risorse energetiche per attivare i meccanismi di difesa, tale da determinare un calo di produzione. Tutti questi aspetti sono oggetto di ricerche e approfondimenti, e le sperimentazioni effettuate in vari settori dell’agricoltura ad oggi hanno evidenziato soprattutto che:

  • gli induttori di resistenza hanno un’efficacia paragonabile alle strategie basate sull’impiego dei prodotti di sintesi, ma che per attivare i meccanismi di difesa delle piante a volte richiedono ripetute applicazioni consecutive;
  • è importante che vengano applicati in modo preventivo, prima che la malattia si insedi, così da rendere la pianta pronta a fronteggiare il patogeno.

Per massimizzare l’efficacia degli induttori di resistenza bisogna quindi innanzi tutto ricordarsi che: i trattamenti sono preventivi; l’induzione di resistenza è ad ampio spettro e ha una durata variabile; l’efficacia non sempre è completa; è necessario utilizzare corrette pratiche agronomiche e associarli a un prodotto chimico nelle fasi più critiche della stagione o alla comparsa di una specifica avversità.

STIMA DEL RISCHIO DELLA COMPARSA DI AVVERSITA’ NEL BREVE PERIODO

AVVERSITA’RISCHIO LIEVERISCHIO MODERATORISCHIO ALTO
Parassiti animali – Afidi, lepidotteri, aleurodidi ed altri parassiti animali, in generale (insetti, acari e nematodi)– Tripidi
– Cicaline
– Cocciniglie
– Coleotteri
– Acari eriofidi, tarsonemidi, tetranichidi
Malattie fungine – Mal bianco
– Ruggine Maculature
– Ticchiolature
– Antracnosi
– Peronospora
– Muffa grigia
– Cancri del legno
– Alternariosi
– Marciumi basali
– Tracheomicosi
Virosi – Virosi in genere– TSWV, CMV, AMV
Batteriosi – Agenti di maculature fogliari e tumori batterici 
Altro – Fisiopatie e carenze nutrizionali in genere– Stress termici e idrici

Valutazione effettuata sulla base dei dati raccolti sul territorio negli ultimi 15 anni, sull’andamento meteo e sull’esperienza dei tecnici che collaborano alla rubrica e che conducono costante attività di monitoraggio.

Per informazioni:

Nota della Redazione di Flornews Liguria

Delle tematiche relative alle avvertenze fitosanitarie delle piante aromatiche in vaso, si occupa anche il progetto Filiera Ingauna Delle Piante In Vaso (Mis.16.04, Psr2014-2020) – Strategia Di Approccio E Di Sviluppo Dell’accordo Di Filiera di cui il CeRSAA è ente capofila. Scopri di cosa tratta nel nostro articolo:

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