RIFioriRe, acronimo che sta per  Recupero e Introduzione di Fiori antichi e autoctoni nella Rete floricola del Ponente ligure è il progetto realizzato con il contributo del PSR 2014 – 2020 della Regione Liguria per ciò che attiene alla Sottomisura M10.2 – “Sostegno per la conservazione, l’uso e lo sviluppo sostenibili delle risorse genetiche in agricoltura” che comprende l’Intervento 10.2.A – “Interventi per la conservazione e l’uso sostenibile delle risorse genetiche vegetali in agricoltura”. Un progetto con capofila Confagricoltura Liguria e partners progettuali: CREA-OFGiardini Botanici Hanbury (UniGe) e Vivaio Rebella.

Il progetto “Rifiorire” ha come obiettivo principale il recupero e la registrazione di antiche forme di anemone e tulipano utilizzate agli albori della floricoltura locale. La vasta gamma di specie e cultivar disponibili oggi sul mercato sono il risultato di un lento ma continuo lavoro dei floricoltori e degli ibridatori che hanno operato per decenni nel miglioramento varietale partendo da quelle forme antiche un tempo coltivate sotto gli ulivi per la mazzeria.

Al fine di presentarlo, giovedì 22 febbraio 2024 allo ore 09,30, si terrà un incontro presso il CREA OF – Corso degli Inglesi, 508 – di Sanremo (IM), di seguito il programma dettagliato:

Le specie del progetto sono state selezionate per essere recuperate, riscoperte, valorizzate, conservate per il loro valore genetico e ci si augura reintrodotte nella produzione moderna, perché facenti parte del patrimonio floricolo del Ponente ligure e in gran parte oggi dimenticate.

Ma qual’è la storia della floricoltura ligure?

Il 1872, anno di inaugurazione del tratto ferroviario Genova-Ventimiglia, è considerato convenzionalmente l’anno di inizio della floricoltura moderna del Ponente ligure. La disponibilità di un mezzo di trasporto rapido quale la ferrovia, fu lo stimolo a trasformare le prime coltivazioni floricole in attività di coltivazione potenziate e una maggiore distribuzione del prodotto finale, capace di raggiungere quasi tutta l’Europa in tempi brevi mantenendone la qualità. Il trasporto dei fiori, prima del collegamento del Ponente ligure alla rete ferroviaria europea, avveniva tramite carrozze che non permettevano di consegnare i fiori in località troppo lontane dai luoghi di produzione. Neanche il trasporto marittimo dava soluzioni soddisfacenti, perché lento ed adatto solo a località vicine nell’ambito della costa ligure-provenzale. L’espansione della ferrovia indusse nella floricoltura un rapido cambiamento delle tecniche, sempre più specializzate nella coltivazione di definite specie e varietà orticole che si vennero a selezionare negli anni seguenti e che resero la produzione economicamente più vantaggiosa. Si arrivò progressivamente ad abbandonare ciò che era stato l’embrione della floricoltura locale: la coltivazione degli uliveti dei versanti terrazzati e ben esposti al sole invernale che permettevano di produrre vere primizie in tardo inverno e di sfruttare le stesse superfici con la produzione di ortaggi durante l’estate. Tracce di queste antiche coltivazioni sono ancora oggi reperibili a macchia di leopardo in vecchi uliveti che spesso si ritrovano in stato di abbandono.

Prima della floricoltura industriale dei primi decenni del Novecento, i primi prodotti del Ponente ligure erano fiori per mazzeria (fiori recisi di varie specie a costituire mazzi o bouquet). La produzione era facile, non dispendiosa e non necessitava di particolari protezioni se non l’utilizzo di stuoie e teli in caso di gelate notturne. Venivano utilizzate, inoltre, specie di facile propagazione e a sviluppo precoce (fioritura a febbraio, marzo) e, in base alle loro caratteristiche ambientali, alcune località del territorio si specializzarono in poche tipologie di piante. Bruno Filippi, nel suo libro del 1998 (Le Radici dei Fiori – Gli uomini e la storia della floricoltura del Ponente Ligure), riporta la coltivazione di Viola odorata (violetta) e Matthiola incana (viola ciocca, baico) in diverse varietà per le località di Terzorio e Riva, di Convallaria majalis (mughetto) a Camporosso, di Bellis perennis (pratolina) nell’entroterra di Bordighera, di Anemone coronaria (anemone) tra la Val Roja e la Val Nervia e di Tulipa clusiana (tulipano semplice) nei luoghi caldi lungo la costa tra Ventimiglia e Andora.

Bruno Filippi, 1998 -Le Radici dei Fiori. Gli uomini e la storia della floricoltura del Ponente Ligure. Ed. Dikronia, Vigevano.

La prima newsletter dedicata al progetto è disponibile qui: https://a2e7b1.emailsp.com/f/rnl.aspx/?feg=zqnx–jf=nx&x=pv&h-=qwuy9d29:=2c0d511h7&x=pv&a96iia&x=pp&qw4de717d-9a:egg719ey-0e=prqNCLM

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